Domande frequenti

1. QUANDO RIVOLGERSI ALLO PSICOLOGO?

Capita a tutti di attraversare nella propria vita dei momenti di disagio o crisi e spesso le persone riescono a superarli facendo appello alle proprie risorse interiori o con l’aiuto di parenti e amici. Ma talvolta ci si sente intrappolati in una sofferenza difficile da decifrare e dalla quale non si sa come uscire, nonostante tutti gli sforzi già fatti. Proprio in questo caso è utile rivolgersi all’aiuto di uno psicologo, che mette a disposizione le sue competenze per guidare la persona verso il raggiungimento di una condizione di nuova serenità. Grazie all’aumento di consapevolezza rispetto ai propri modi di funzionare e relazionarsi agli altri è possibile per ognuno vedere le cose da una prospettiva diversa, dare senso al proprio disagio, trovare nuove personali strategie per superarlo e raggiungere un soddisfacente benessere psicologico. Lo psicologo dunque si rivolge non solo a coloro che presentano dei quadri di malessere psicologico specifici (come attacchi di panico, depressione, anoressia, disturbo ossessivo compulsivo, …) ma anche a chi attraversa un momento di difficoltà nella propria vita o a chi desidera intraprendere un percorso di auto-conoscenza e migliorare il proprio stato di salute mentale.

2. COME FUNZIONA LA PRIMA SEDUTA?

La prima seduta è uno spazio di conoscenza reciproca, dove si condividono informazioni utili per la messa a fuoco del bisogno della persona che ha chiesto l’incontro. Oltre a ciò, particolare rilevanza è inoltre ricoperta dalla dimensione relazionale: sia lo psicologo che la persona che si è rivolta a lui utilizzano lo spazio del primo colloquio per “testare” la relazione e decidere se iniziare un percorso insieme. La prima seduta, pertanto, non è vincolante. Al contrario, rappresenta l’opportunità per valutare se con lo psicologo ci si trova a proprio agio e per sperimentare cosa significa “andare in terapia”: trovare uno spazio protetto dove essere accolti, compresi e ascoltati in modo empatico e mai giudicante.

3. QUANTO DURA IL PERCORSO TERAPEUTICO?

Non c’è una durata preconfezionata: ogni percorso è costruito su misura sul singolo individuo, che è parte attiva nella sua definizione. Psicologo e paziente condividono gli obiettivi e cooperano in direzione del loro raggiungimento. Il paziente ha un ruolo centrale ed è importante che esprima liberamente, senza timore, qualunque osservazione o domanda rispetto al lavoro svolto. In un percorso psicologico completo, psicologo e paziente definiscono insieme il momento della chiusura della terapia, che corrisponde a un lavoro di esplorazione completo che ha portato al raggiungimento degli obiettivi prefissati. In ogni caso, anche quando ciò non è ancora avvenuto, la persona può interrompere il percorso in qualunque momento, in base alla sua volontà.

4. QUALI BENEFICI SI POSSONO OTTENERE?

Il percorso psicologico produce numerosi benefici per la propria salute mentale, in particolare: riduzione della sofferenza, raggiungimento di un miglior equilibrio psichico personale, miglioramento nella sfera relazionale, migliore capacità di riconoscere e gestire le proprie emozioni, raggiungimento di una migliore comprensione di sé e dell’altro.

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